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‘Un’altra vita’, da stasera su Rai Uno

11/09/2014

E’ stata un’esperienza unica come regista avere Ponza tutta per noi. Un centinaio di persone, tra troupe e attori, sbarcati con camion e attrezzature in pieno inverno, tre ristoranti e un albergo aperti apposta per noi. Dove sono gli abitanti? Come facciamo con le comparse? Sembrava di essere noi stessi dentro la trama del nostro film. Da dietro le finestre ci guardavano con sospetto. Sembrava che si chiedessero: che ci fanno qui? Hanno sbagliato stagione…

Poi siamo riusciti a farli uscire dalle loro case. Li abbiamo convinti a far parte del film. A loro è piaciuto e alla fine ci hanno ringraziato per aver “svegliato” l’isola, accorciando il lungo periodo di attesa per la buona stagione, quando finalmente tutto si anima e si apre.
Noi invece abbiamo scoperto che l’isola con i colori del mare, del cielo, delle rocce, d’inverno è ancora più affascinante. Siamo riusciti a filmare con il drone aspri dirupi e calette irraggiungibili, mostrando in “Un’Altra Vita” immagini suggestive e sconosciute di Ponza.

Questo lavoro mi ha dato la possibilità di raccontare, come regista donna, una storia molto al femminile, vista dagli occhi delle donne. È molto raro avere sei attrici protagoniste dove le linee trainanti della storia sono i percorsi emozionali e psicologici dei personaggi.

Emma, con le sue figlie ancora minorenni che, loro malgrado, devono seguire la madre in quest’isola lasciando il loro mondo milanese alle spalle, trascinerà anche voi spettatori in un’altra vita. Tra equivoci, conflitti e difficoltà, di puntata in puntata, sarete catturati dal loro quotidiano. Vi farà sorridere e sognare perché tutte, in un modo o nell’altro, saranno colpite da cupido…

Questa serie ha avuto più che mai bisogno di un attento lavoro “a tavolino” con tutti gli attori prima delle riprese, percorrendo con loro tutti gli sviluppi drammaturgici emozionali. È un modo di lavorare che ho imparato da studentessa dell’Accademia di Cinema in Germania, potendo vivere l’esperienza di assistere alle sedute di Ingmar Bergman con gli attori per il film L’Uovo di Serpente.

Con i miei collaboratori abbiamo fatto anche un grande lavoro sulla caratterizzazione dei personaggi attraverso la scelta degli abiti, del look, lavorando molto sulla credibilità e sulla psicologia per accentuare tutte le sfumature. Sfumature al femminile che sono riuscita a tirare fuori dalla naturalezza di Vanessa, dall’esperienza di Loretta, dalla freschezza delle ragazze che faranno sicuramente immedesimare tante giovani spettatrici.
Non è stato facile unire più generi: commedia, romanticismo, dramma psicologico, racconto familiare e mistery – una scommessa per gli sceneggiatori e per noi sul set. Penso però, con i dialoghi molto veri e brillanti e una regia attenta al particolare ma anche leggera, con ritmo e colori, che, forse, ci siamo riusciti!

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