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‘MasterChef Italia’, Edoardo vince la dodicesima edizione

Finalissima con Hue e Bubu

03/03/2023

2 marzo 2023. MasterChef Italia ha eletto il suo dodicesimo trionfatore: è Edoardo Franco il vincitore di questa edizione del cooking show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy. La proclamazione è avvenuta poco fa, nell’ultimo episodio di questa stagione, dalla voce di Antonino Cannavacciuolo, uno dei giudici del programma insieme a Bruno Barbieri e Giorgio Locatelli.

 

Sul podio, protagonisti con lui della finalissima, Thi Hue Dihn e Antonio “Bubu” Gargiulo. Quarto classificato Mattia Tagetto, eliminato al termine del primo episodio della serata in cui è stata ospite la chef Clare Smyth, tre stelle a Londra, a Notting Hill, con il ristorante “Core by Clare Smyth” e vincitrice di numerosi riconoscimenti, tra i quali il titolo di “Migliore Chef donna” del mondo nel 2018 per la guida dei 50 Best Restaurants.

 

Al termine di una stagione caratterizzata da uno straordinario livello tecnico, ricca di prove che hanno permesso alla Masterclass di viaggiare in tutto il mondo grazie a grandi chef e ospiti di primissimo piano sulla scena food internazionale, i giudici hanno premiato il 26enne di Varese, entrato a MasterChef come disoccupato, che ha vissuto – tra gli altri – in Germania dove lavorava come rider per un servizio di delivery prima di decidere, a causa anche di svariate disavventure sul lavoro, di licenziarsi per dedicarsi alla sua reale passione.

 

Con la vittoria, Edoardo si aggiudica 100.000 euro in gettoni d’oro, la possibilità di pubblicare il proprio primo libro di ricette grazie alla casa editrice Baldini+Castoldi, l’accesso a un prestigioso corso di alta formazione presso Alma, la Scuola internazionale di cucina italiana, e la partecipazione al Workshop di Masterchef Academy creato in collaborazione con Destination Gusto.

 

Sin dai primi episodi di questa stagione Edoardo è apparso esuberante ed espansivo, brillante e mai banale, nascondendo un carattere dolce e appassionato nella cucina, la sua vera passione, e rispetto alla sua famiglia. Oltre al food, un’altra sua passione è la musica, e infatti per hobby fa il produttore. Prima di entrare a MasterChef Italia si definiva «fan dei casi umani», perché ama chiacchierare con gli sconosciuti.

 

Nel corso dell’ultima decisiva prova, nell’attesissima serata di ieri, i finalisti hanno potuto presentare il proprio menù ideato, sviluppato e realizzato in completa autonomia. Il risultato sono stati tre menù estremamente personali, in grado di raccontare le vite e le storie dei tre ragazzi, ma anche tutta la loro crescita vissuta grazie a MasterChef Italia, dall’arrivo timido ma promettente ai Live Cooking fino alla grintosa, emozionante e spettacolare finalissima.

 

Nel descrivere il suo menù dal titolo “Tutto mondo”, ispirato dal titolo del murale realizzato da Keith Haring, il vincitore Edoardo dice: «Per me il cibo deve unire e non dividere, il mio intento è quindi quello di mettere d’accordo tutti e tre i giudici con un menù di sapori pensati per gli abitanti di tutto il mondo. I miei piatti sono il frutto delle mie esperienze e dei miei incontri passati, che si fondono con la mia creatività». L’antipasto è un tributo alla terra e all’origini della cucina, un mix di sapori inusuali, che riservano una sorpresa al commensale: si chiama Medievale ma non troppo, è una barbabietola acidula ripiena di paté di fegatini di piccione, intruglio medievale, latticello e porro fritto, accompagnato da infuso alla barbabietola e aneto. A seguire, il primo – Ravioli kebab – è la sua reinterpretazione del kebab: una polpetta di agnello speziato dentro un fagottino di pasta all’uovo servito con salsa all’albicocca e foglie di carota. La seconda portata è Capesante al curry: il connubio inusuale tra le capesante, dolci e delicate, e il curry, speziato e profumato, con l’aggiunta di maionese al corallo e coriandolo fritto. Infine il dessert, Matrimonio in bianco, una finta mousse di cocco con cremoso di liquirizia e arancia e inserto di maracuja: pur con qualche piccolo problema nel corso della cucinata, il risultato è stato, secondo i giudici, davvero ottimo.

 

Davvero notevoli e assai studiati anche i menù degli altri due finalisti.

Per Thi Hue Dihn, 27 anni project assistant nata in Vietnam e ora a Firenze, il menù era “La sinfonia di stagione” e aveva come protagonista il mondo vegetale, suo cavallo di battaglia in tutta questa edizione: un racconto di sapori, colori e sensazioni che vogliono richiamare le quattro stagioni, utilizzando ingredienti dell’Italia e del Vietnam, per una unione che crea una musica culinaria e un’esplosione di colori. Il menù inizia con la primavera, stagione in cui in Vietnam si festeggia il Capodanno Lunare, la festa più importante dell’anno: l’antipasto è quindi Giardino di primavera, con mela cotta nel vino rosso con crema di patate, porro, mela e wasabi; a seguire, un primo piatto dedicato all’inverno che racconta l’unione tra Italia e Vietnam: Universo invernale, rivisitazione di sapori tradizionali vietnamiti uniti a quelli scoperti in Italia, ossia ravioli di cavolo rapa con ripieno di lenticchie, lardo di Colonnata e brodo di Pho (ricetta tipica vietnamita utilizzata per affrontare le giornate fredde di Hanoi); quindi l’autunno nel secondo Sotto la luce della luna piena d’autunno, papaia verde con lemograss aromatizzato al pepe Timut, cotta in brodo di costine di maiale con riduzione di funghi porcini e shitake; infine il dolce, un ricordo di una tipica giornata della bella stagione in Un giorno d’estate a casa, con gelato di riso fritto con confettura di bamboo, nido di zucchero filato e thè al gelsomino.

 

Antonio Gargiulo, per tutti Bubu, studente 19enne nato a Vico Equense, cresciuto a Cagliari e ora a Roma, si era appassionato alla cucina guardando le nonne, poi negli ultimi 5/6 anni l’ha approfondita studiando libri: «Se non si conoscono le ricette della tradizione è impossibile sperimentare», diceva, e così ha inizialmente studiato la tradizione per poi cominciare, solo di recente, a sperimentare. Per lui cucinare è una vera urgenza, tanto da voler dimostrare ai genitori di voler continuare in questo campo, più che negli studi di Scienze Archeologiche. Il suo menù della finalissima raccontava la sua vita: Io tra isola e golfo era «pensato per raccontare di come sono cresciuto tra due regioni e realtà culinarie molto diverse, che mi hanno formato e fatto innamorare dei loro sapori e profumi e della loro cucina. Oggi cerco di raccontarvi la Sardegna e la Campania – ha spiegato – attraverso dei piatti che vogliono connetterle tramite i miei ricordi e le mie esperienze. Vorrei anche dare importanza a tutto ciò che ho imparato qui a MasterChef grazie allo studio, alle sfide e agli chef incredibili che abbiamo avuto l’onore di conoscere». E così l’antipasto Quasi Frattauera ispirato a uno storico piatto di recupero sardo, il pane frattau, che ha come elementi principali il pane carasau, la salsa di pomodoro e l’uovo: il piatto è un finto uovo di seppia ripieno di composta di pomodorini gialli, salsa di carasau all’aringa affumicata, pomodoro del piennolo confit e granita di basilico e limone; a seguire, il primo La spiga nel mare, con dei culurgiones ripieni di battuto di triglia marinata, beurre blanc, orziadas in doppia consistenza, pomodoro e chips di triglia; quindi il secondo S’Angioni nell’orto, agnello in crepinette, glassato con senape e miele, col suo fondo al cannonau, mirto e ginepro, friggitello saltato, asparagi bianchi e fonduta di pecorino sardo; infine il Gioco di pastiera, mousse di pastiera, frolla croccante e coulis di cedro, kumquat candito e crema pasticcera all’arancio e vaniglia.

 

Come detto, a inizio serata è arrivata l’ultima grandissima ospite di questa stagione, la geniale chef tristellata Clare Smyth, icona della cucina di origine irlandese che ha ribaltato le regole del “Fine dining” e allieva di Gordon Ramsey. La chef, accolta per gli ultimi Mystery Box e Invention Test di stagione, ha rivoluzionato anche le regole ai fornelli di MasterChef: per Mattia le prove si sono rivelate fatali, e il 37enne di Bolzano, gestore di una enoteca, ha dovuto togliere il grembiule consolato dagli abbracci degli altri tre finalisti.

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